Panzerjäger VI Ferdinand/Elefant
Mario Viucci
Breve storia
Ancor prima dell'esito delle prove, Hitler diede ufficiosamente incarico al
Dr. Porsche di produrre 100 esemplari del suo nuovo carro armato ad alimentazione
benzo-elettrica che stava partecipando ai test per scegliere quello che sarebbe
poi divenuto il Tiger assieme al concorrente della Henschel. I test determinarono
poi che il modello della Henschel era più affidabile e più economico
da produrre, e quindi il modello del Dr. Porsche perse il confronto. Così
le forze armate tedesche si trovarono nelle condizioni di dover onorare un contratto
con il Dr. Porsche per la produzione di 100 esemplari del suo veicolo corazzato,
il Tiger P.
Le torrette erano fortunatamente identiche a quelle del carro Henschel, perché
prodotte entrambe dalla ditta Krupp, e furono facilmente modificate per la loro
installazione sul modello vincitore. Per quanto invece riguarda lo scafo, nel
settembre 1942 si decise di utilizzarlo per produrre uno Sturmegeschütz
armato del nuovo Kwk da 8,8 cm L/71. La ditta Nibelungenwerke, incaricata del
progetto, sovrappose una casamatta pesantemente corazzata allo scafo Porsche.
La produzione venne avviata in fretta, e per la primavera del 1943 i 95 esemplari
previsti erano pronti: il nuovo semovente, conosciuto poi con il nome di Panzerjäger
(P) Ferdinand o Elefant, era un veicolo di circa 65 tonnellate caratterizzato
dalla grossa casamatta sita sulla parte posteriore e dallo scafo ripreso fedelmente
dal carro Tiger Porsche. L'Elefant, pur avendo indubbie caratteristiche positive
quali il potentissimo pezzo anticarro da 8,8 cm o l'elevata protezione di ben
200 mm sulla parte frontale, aveva anche svariati difetti, quali la fragilità
della meccanica sperimentale con alimentazione benzo-elettrica, l'elevato peso,
l'assenza di mitragliatrici per la difesa ravvicinata e la scarsità di
apparati per la visione a portelli chiusi. Il nuovo mezzo venne comunque accettato
in servizio, e in occasione della battaglia del saliente di Kursk del luglio
del 1943 ebbe il suo battesimo del fuoco: l'impiego operativo evidenziò
altri gravi difetti: i carrelli a barre di torsione del treno di rotolamento
erano molto fragili e sensibili ai danni provocati dalle mine anticarro e anche
un danno limitato provocava l'immobilizzamento del pesante semovente. Inoltre
la scarsa visibilità a portelli chiusi e l'assenza di mitragliatrici
rendevano l'Elefant facile preda delle squadre di guastatori anticarro russi.
Non deve quindi stupire se dopo solo pochi giorni di battaglia erano già
fuori combattimento un cinquantina di Elefant. Bisogna però riconoscere
che nel frattempo erano anche state distrutte decine di carri armati russi.
I semoventi superstiti vennero rimandati in fabbrica nel tentativo di ovviare
ai difetti riscontrati: venne installata una mitragliatrice nello scafo, venne
montato un portello dotato di iposcopi per la visione esterna sul cielo della
casamatta, e il cannone venne dotato di un piccolo scudo per proteggerne i freni
di rinculo. I semoventi così modificati rientrarono poi in servizio.
Impiego
L'Elefant venne distribuito a due soli reparti, i Panzerjäger-Abteilung
653 e 654 che lo utilizzarono a partire dalla battaglia di Kursk. Dopo questa
non troppo felice esperienza e una profonda revisione alla fabbrica costruttrice,
i due reparti continuarono ad usare l'Elefant sul fronte russo fino all'estate
1944 in numero costantemente declinante a causa delle perdite e della forte
usura. Una compagnia del 654 venne inviata sul fronte italiano nel 1944 nella
zona di Anzio: ma l'Italia si rivelò un luogo ancor meno adatto della
Russia per un profiquo impiego dell'Elefant. A fine guerra ben pochi semoventi
erano ancora in servizio e gli ultimi due esemplari rimasti vennero impiegati
nella zona di Berlino nell'aprile del 1945. E' curioso notare come l'Elefant,
malgrado le mancanze riscontrate, fosse stato bene accolto dai due reparti che
lo usarono: infatti la notevolissima potenza di fuoco e la protezione garantita
all'equipaggio furono considerate più che sufficienti a controbilanciare
gli evidenti difetti che il mezzo presentava.
Dati tecnici del Panzerjäger P Elefant/Ferdinand
Esemplari costruiti | |
Peso | 65 t |
Lunghezza | m 8,14 |
Larghezza | m 3,38 |
Altezza | m 2,97 |
Luce libera da terra | m 0,48 |
Protezione | mm 100 (scafo), mm 200 (sovrastruttura) |
Motore | 2 X Maybach HL 120 TRM |
Potenza motore | 2 X 265 HP |
Velocità max | 20/30 kmh |
Autonomia | 150 km |
Equipaggio | 6 |
Armamento | 1x 8,8 cm Pak 43/2 L/71 1x MG 34 da 7,92 mm |
Munizionamento | 50 colpi da 88 mm 600 colpi da 7,92 mm (solo ultime versioni) |
Trincea max superabile | m 3,15 |
Gradino max superabile | m 0,78 |
Pendenza max | 22° |
Guado | m 1,00 |
Ispirazione e dati tecnici tratti da:
Nicola Pignato Storia dei Mezzi Corazzati, Fabbri Editori
Chamberlain-Doyle Encyclopedia of German Tanks of World War Two, Arms&Armour