Sdkfz. 9
Mario Viucci
Breve storia
A metà degli anni 30 l'ufficio per lo sviluppo di futuri mezzi militari,
WA-Prüf 6, emise una specifica per un semicingolato pesante con 18 tonnellate
di capacità di rimorchio, pur essendo l'esercito tedesco già più
che soddisfatto con il tipo Sdkfz. 8 da 12 tonnellate. Il progetto venne iniziato
dal progettista Dr. Rudolf Franke senza che esistesse nessuna particolare specifica
se non quella generica che il nuovo mezzo avrebbe dovuto avere una velocità
su strada di 50 kmh, pur dovendo avere ottime doti fuoristradistiche nonché
la capacità di rimorchiare con facilità tutti i più grandi
pezzi di artiglieria allora in servizio. In assenza di specifiche vincolanti
il progettista optò per un treno di rotolamento a barre di torsione unito
ad un telaio e componenti varie sovradimensionate, garantendo così al
mezzo buone capacità di adattamento ad eventuali nuove esigenze operative
future. Per il motore si optò, inizialmente, per un Maybach HL 98 da
230 HP giungendo in seguito ad utilizzare per gli esemplari di produzione il
più potente HL 108 da 250/270 HP. Per la carrozzeria, non essendo il
mezzo destinato ad ospitare una squadra completa di artiglieri, si scelse una
configurazione con due sole file di sedili, in grado di ospitare fino a nove
uomini di equipaggio, con un ampio cassone posteriore destinato allo stivaggio
di materiali. Accettato rapidamente in servizio il Sdkfz. 9 Famo, dal nome della
ditta produttrice, venne subito destinato al rimorchio dei più pesanti
cannoni quali il 12,8 cm Flak 40, il 21 cm Morser 18, il 24 cm Kanone K3, giungendo
fino al gigantesco Karl Morser da 60 cm, quest'ultimo ovviamente in componenti
separate. Non di meno il Sdkfz. 9 si dimostrò anche utilissimo per il
rimorchio e l'assistenza di carri armati fino ad un peso di 20/25 tonnellate,
cioè praticamente tutti quelli in servizio fino al 1942, ed era anche
dotato allo scopo di un potente verricello. Le enormi capacità di traino
unite alla ottima mobilità in terreni molto difficili resero il Sdkfz.
9, prodotto in circa 2500 esemplari, un mezzo assai apprezzato ed insostituibile
a qualsiasi livello nelle forze armate tedesche. Persino con l'entrata in servizio
di mezzi corazzati molto pesanti, quali il Tiger ed il Panther, il Sdkfz. 9
si dimostrò ancora molto utile grazie a tecniche basate sull'impiego
in più esemplari contemporaneamente fino alla entrata in servizio di
mezzi più idonei allo scopo quali il Bergepanther: l'esiguità
del numero di questi ultimi fece sì che fino alla fine del conflitto
il Sdkfz. 9 conservasse comunque una posizione di preminenza nell'ambito delle
attività di assistenza a veicoli corazzati in difficoltà. Visto
il valore e la specificità del mezzo non appare strano se furono pochissime
le versioni del Sdkfz. 9: oltre a quella standard qualche decina di mezzi venne
realizzata come carro gru, montando al posto del cassone un pianale con una
gru Bilstein 6 tonnellate di portata mentre 14 eseplari furono trasformati in
mezzi antiaerei montando sul pianale un pezzo da 8,8 cm Flak 36. Abbastanza
curiosamente tali mezzi antiaerei ebbero impiego solo sul fronte italiano, con
la 26. Panzer-Division.
Non va dimenticato che il Sdkfz. 9 era destinato, nella sua funzione di recupero
mezzi pesanti, al traino del rimorchio pesante per il trasporto di carri armati
SdAh 116.
Impiego
Il Sdkfz. 9 trovò impiego, operando in molteplici e variegate funzioni,
fino alla fine del conflitto su tutti i fronti.
Dati tecnici del Sdkfz. 9
Esemplari costruiti | |
Peso | 15,2 t |
Lunghezza | 8,25 m |
Larghezza | 2,60 m |
Altezza | 2,85 m |
Luce libera da terra | 0,40 m |
Protezione | - |
Motore | Maybach HL 108 TUKRM |
Potenza motore | 250/270 HP |
Velocità max | 50 kmh |
Autonomia | 250 km |
Equipaggio | 9 |
Armamento | - |
Munizionamento | - |
Trincea max superabile | - |
Gradino max superabile | - |
Pendenza max | 24° |
Guado | m 0,80 |
Ispirazione e Dati tecnici tratti da:
Nicola Pignato: Storia dei Mezzi Corazzati, Fabbri Editori
Walter J. Spielberger-Hylary Doyle: Halbketten-Fahrzeuge des deutschen Heeres
1909-1945, Motorbuch Verlag